MARIO BERGAMO : UN CAMPIONE DEL BENE COMUNE – PARTE II

FU L’ULTIMO SEGRETARIO NAZIONALE DEL PARTITO REPUBBLICANO SOTTO LA MONARCHIA

Pubblichiamo la seconda parte del ricordo della figura di Mario Bergamo che fu l’ultimo Segretario nazionale prima che il Partito Repubblicano andasse in clandestinità.

Fu perseguitato dal fascismo e  più volte bastonato per la sua attività professionale di avvocato.

Il 3 aprile 1922, mentre usciva dal tribunale di Bologna dove aveva sostenuto la parte civile in un processo contro alcuni fascisti, fu picchiato assieme al magistrato Mario Neri * da una squadra fascista guidata da Augusto Ragazzi di Molinella.

Il 9 agosto 1923 fu bastonato al termine di una causa nel corso della quale aveva difeso gli interessi di alcuni contadini di Molinella. Le bastonature continuarono anche dopo la sua elezione a deputato avvenuta il 6 aprile 1924.

Il primo  luglio 1924 si fece promotore di una riunione di tutti i partiti antifascisti, per costituire un unico organismo, ma senza successo per il rifiuto del PPI e del PLI. Pure sua era stata l’iniziativa di creare a Bologna una sezione de l’Italia libera, l’associazione di combattenti antifascisti.

Sia pure tardivamente, il 6 aprile 1925 riuscì a costituire il Comitato delle opposizioni, ma nacque debole perché vi aderirono solo il PRI, il PSI e il PSUI.

Bergamo – che il 3 gennaio 1925 aveva avuto lo studio distrutto dai fascisti – dopo la sua nomina alla segreteria del PRI si trasferì a Roma.

In questa nuova veste, si fece promotore di un’iniziativa per dare un accentuato orientamento di sinistra al PRI – propose addirittura la fusione con il PSI – e sostenne la necessità di abbandonare l’Aventino.

Nel novembre 1926 – con la soppressione delle libertà democratiche – andò in esilio in Francia. Il 14 dicembre 1926 fu condannato a 5 anni di confino.

In Francia, insieme a Nenni, contribuì alla costituzione della Concentrazione antifascista, con l’obiettivo di realizzare la nascita della Repubblica.

Dall’esilio vide prima di altri il pericolo che si affacciava in Europa con la nascita del nazismo ed elaborò l’idea del Nazionalcomunismo.

Il nome potrebbe creare equivoci e dubbi sul repubblicanesimo di Bergamo mentre il primo obiettivo della sua idea era quella dell’applicazione dei principi mazziniani.

LA DOTTRINA DEL REPUBBLICANESIMO INTEGRALE
(O CHE DIR SI VOGLIA SOCIALE)

Il concetto di GIUSTIZIA accompagna tutta la vita politica di Mario BergamoGiustizia più come madre che figlia della libertà” . Questo è il principio informatore del repubblicanesimo integrale o Nazionalcomunismo , come ebbe provocatoriamente lui stesso definito il suo pensiero nel 1924 da leader dei Repubblicani.
Un termine  che voleva scuotere gli animi provocare riflessione, ma finì per spiacere sia a destra per via del “comunista” sia  a sinistra per via del “nazionale”.
Perciò 35 anni prima della Primavera di Praga , della Carta 77, del “Socialismo dal volto umano” di Dudcek e 50 anni prima della glasnost e della perestroijka di Gorbaciov, Mario Bergamo si impone come una sintesi nuova . ..”si impone una sintesi nuova. Il Bolscevismo è una sintesi, il Fascismo è l’aspetto d’un tentativo di sintesi…fenomeno di transizione.
La sintesi nuova sarà tra il sociale e il politico e, in qualche modo, tra Bolscevismo e Fascismo”
[Mario Bergamo – Nazionalcomunismo – Edizioni Cino del Duca – Edizioni Mondiali].
Il nazionale voleva in qualche modo riassumere i valori ideali, generali o particolari e il comunista , i valori sociali positivi, generali o particolari.
Così scriveva ad Ardengo Soffici nel 1961Nell’anticomunismo il vespaio delle destre tutto si aggrega, come destra e sinistra hanno l’aria di aggregarsi solo nell’antifascismo, perché forse entrambe hanno tarda o mala coscienza. Quasi che il Comunismo, trattore di Dio, fosse un fatto di cronaca…e non un grandioso ricorso, e non una rivolta umana ansiosa di Palingenesi” (la lettera di Mario Bergamo ad Ardengo Soffici è stata pubblicata il 25 gennaio 1995 , in un articolo apparso sul l’Italia Settimanale dal titolo “Ecco l’inventore di Fascio e Martello”.

Dal suo esilio a Parigi, riprendendo la lotta contro la dittatura, esortava ad agire su due fronti:

  • Scuotere il fuoriuscitismo litigioso e “sonnambulo”
  • Propugnare una OPPOSIZIONE STORICA al Fascismo: un antifascismo, quello di Mario Bergamo, non fondato su odio e rancore, ma fondato su analisi precise . ..”Il fascismo ha cause storiche ..; è un fatto di importanza storica, destinato ad influire sulla nostra storia oltre la durata del fenomeno; sarà superato con la forza di concezioni e di fatti di influenza storica e non con quella onde l’avremo negato, deriso, irritato o-si fa per dire- isolato.
    L’OPPOSIZIONE STORICA ricerca dunque
    quali sono le origini-simulate o dissimulate, prossime o lontane, dirette o indirette, occasionali o immanenti- del fenomeno. Di qui, l’analisi paziente ma vivace delle condizioni materiali, storiche, psicologiche del nostro paese; critica obbiettiva ma spregiudicata di dottrine e metodi; giudizio sugli uomini, discreto ma completo.

che cosa resterà..e che cosa scomparirà del fascismo e in ultima analisi cos’è il Fascismo, quale insegnamento residua, cosa erediteremo..
l’opposizione storica non strilla, medita; non ha pregiudizi ma senso critico; non nega od  oppugna per partito preso ma secondo illuminata coscienza. Non chiama in aiuto i vicini, del resto indolenti o impotenti..

Pg 33 de “L’Italia che resta-  Mario Bergamo Edizioni Del Duca Parigi 1961” brano tratto dagli Stralci “bisogna dare un nuovo assetto psicologico, istituzionale e sociale alla nostra nazione per portarla all’avanguardia in Europa. Psicologico e quindi Nazionale, Istituzionale e quindi Repubblicano; Sociale e quindi socialismo o repubblicanesimo integrale”
Pg 35, sempre dagli stralci de “L’Italia che resta” ..”La mancata rispondenza psicologico-sociale alla pienezza dei tempi tecnico-economica : ecco la crisi. A destra quasi sempre il nuovo che si cerca è l’antico diritto; l’ordine, l’autorità, quelli della polizia; il senso nazionale..se si cerca una sintesi nuova è fra il nazionale e l’internazionale , fra il politico ed il sociale e si andrà a sinistra…L’ordine nuovo consiste in “grandi cose”: nel dare quello che nessuno sa dare: la giustizia sociale “

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