ABBIAMO BISOGNO DI CAMPIONI DEL BENE COMUNE

Di seguito pubblichiamo una importante riflessione dell’amica Paola Bergamo, Presidente del Centro Studi MB2
Monte Bianco-Mario Bergamo, per dare un tetto all’Europa Onlus.

L’articolo di Paola è stato scritto con lo scopo evidente di difendere lo Stato, la Democrazia, la Repubblica, le Istituzioni e i Principi Fondamentali troppo spesso calpestati con grande disinvoltura.

“Pentalogia” d’estate per ripristinare “loStatodellecose”

di Paola Bergamo

Su Perseonews, magazine on line che si occupa prevalentemente di Difesa, è comparsa una interessante Pentalogia a firma del Generale Antonio Bettelli, del quale, tra l’altro,  ricordo uno splendido libro uscito qualche anno fa dal titolo “Leonte”, di cui suggerisco la lettura, sì da poter rendersi conto che, per fortuna,  nell’Esercito c’è Generale e Generale.
La pentalogia consta di 5 interessanti contributi a proposito del libro “Il mondo al contrario”, tormentone di fine estate che ha diviso l’opinione pubblica in tifoserie da stadio con l’effetto di gonfiare vertiginosamente le tasche dell’autore più che soddisfatto.
Sono 5 diversi punti di osservazione.

Con il primo articolo  “Il contrario del mondo al contrario”, giustamente Bettelli sottolinea che sono stati oltrepassati i canoni di moderazione che devono invece sempre contraddistinguere l’operato di un uomo al comando. Chi comanda e indossa una divisa, per definizione può esercitare verso le persone anche l’uso della forza. Per un militare vi è doppia responsabilità del proprio agire e cioè verso i propri subordinati ma anche verso i propri superiori. A chi serve lo Stato non è concesso violare l’ordine moderato della democrazia assumendo atteggiamenti estremisti calpestando i principi di uguaglianza, accoglienza e solidarietà impressi a chiare lettere tra i Principi Fondamentali della Costituzione che sorreggono la nostra Repubblica.

Con il secondo articolo, dal titolo “ Punto di Situazione e di Costituzione”, Bettelli si addentra più approfonditamente nei meandri della Costituzione e del diritto preoccupandosi di evidenziare che la velocità della comunicazione ha trasformato un libro in un  fenomeno mediatico con il  rischio di persuadere gli Italiani che tutti nell’ Esercito la pensino come l’autore mentre per fortuna, non è così. Il rischio, a me pare, sia comunque quello di ledere il senso di affidamento e fiducia nelle stesse Istituzioni nel momento in cui appaia calpestata la portata universale dell’art 3 della Costituzione.

Nel terzo articolo, dal titolo “Sul coraggio militare”, Bettelli con maestria e saggezza descrive in che cosa consista il coraggio per un soldato.
Poggia su onore e lealtà e non certo sulla spavalderia e disinvoltura che mettono a repentaglio la reputazione delle Istituzioni militari. Il rischio è quello di dare un pessimo esempio anche ai giovani allievi degli istituti di formazione militare che potrebbero venir fuorviati .
E del resto Carl von Clausewitz definiva il mestiere delle armi come “dominio della paura e della sofferenza fisica…mossi da un coraggio sempre sostenuto dall’intelletto”.

Il quarto articolo, dal titolo piuttosto suggestivo “Il Ruggito del Leone”, Bettelli, richiamando un editoriale apparso sul Corriere della Sera a firma di Antonio Polito,  rileva lo iato prodottosi nella società, nella politica,  nella comunicazione e nella stessa istituzione militare, tra “timorati” e “celoduristi” alla cui seconda categoria evidentemente appartiene l’autore del mondo al contrario. Ma tra le due categorie vi è un nugolo di sottocategorie e innumerevoli sfumature. Quanto più il “leone” è altolocato, e un generale in divisa certo lo è, tanto più il suo ruggito di primo acchito produce grande eco, ma poi, prevalendo l’equilibrio nelle persone, accade che rumore e clamore, siano attutiti da chi è promotore di cultura ed è stato educato allo spirito di abnegazione, mitigando e silenziando gli effetti acustici stonati e destabilizzanti del ruggito del leone di fine estate.

“Sansone e i Filistei” è articolo interessante che chiude la pentalogia d’estate. Si tratta di una brillante riflessione che mi sento di sottoscrivere parola per parola e che ci restituisce una immagine dell’Esercito che rincuora e rassicura.

Ora vengo al dunque che a mio avviso consiste nel rimettere a dovere “loStatodellecose”, altrimenti si potrebbe essere indotti a credere, sbagliando, che il nostro Esercito sia pieno di personaggi vanesi, arroganti, rancorosi poiché marginalizzati da un apparato che riserva “onori di seconda grandezza” rispetto a quelli che l’ego smisurato dava per scontati e dovuti, decidendo,  per ritorsione, di infrangere un intero sistema valoriale e identitario di appartenenza proponendone il sacrificio come alternativa alla propria inattuale salvezza”.
Invece l’Esercito conta, nella propria storia, Eroi che non hanno ambito a ribalte e non hanno usato la propria posizione per trarne vantaggi personali.
Il rischio sociale è che si possa credere che l’esercizio del comando, che prevede anche l’uso della forza,  scenari che spesso conducono alla morte dell’avversario, del nemico, si accompagnino necessariamente ad un profilo caratteriale discriminate, discriminatorio e violento.
E non è così! Se è vero che un soldato è sempre un soldato, c’è una grande differenza, un tratto distintivo tra chi è impiegato in un Esercito di Difesa come il nostro, perché il suo ambito di riferimento rispetto al quale mai si dovrebbe deviare, sono le scale valoriali e i 12 principi a fondamento della Repubblica tra cui spicca l’art.3 della Costituzione.
Saranno naturalmente le procedure attivate a stabilire se siano o meno stati violati articoli e commi dell’Ordinamento Militare e Principi Costituzionali. Ma poi c’è un piano che esula dal diritto e che pesa come un macigno sul piano politico e sociale.
E’ sempre contro ogni “buon senso”, formula invocata così a sproposito nel libro, completamente privo del senso della Storia, rimaterializzare pericolosi sentimenti negativi, istigare alla discriminazione che è sempre anticamera e fucina dell’odio verso l’altro, verso chi sia da alcuni ritenuto “diverso”. Si instillano stati psicologici, proprio come accadde un pò alla volta nel XX secolo, che disegnarono le pagine più vergognose e buie della nostra storia.

Sono passati davvero pochi anni. Cosa sono in fondo 80 anni rispetto al Tempo dell’Uomo? Un lampo. Ma siccome oggi viviamo come a bordo di una macchina del tempo che sembra andare a ritroso, e si ripropongono momenti di grande tensione globale e di crisi politica, economica e sociale nazionale, non abbiamo bisogno di incendiari che cavalchino per un proprio tornaconto i malesseri del nostro tempo.
Abbiamo bisogno di persone capaci e coraggiose, ispirate da un animo buono e giusto! Ed è questo che mi aspetto, tanto più da un uomo in divisa!
Abbiamo bisogno di persone moderate, temperate quanto temprate al dovere, capaci di comprendere, rassicurare e difendere ciascuno di noi, indipendentemente dal genere, dal colore della pelle, dalla lingua parlata, dalla religione abbracciata, dalle opinioni politiche e dalle condizioni personali e sociali.
Abbiamo bisogno di Campioni del Bene Comune!

Venezia, 12 Settembre 2023

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