PACCIARDI, L’ULTIMO DEI MAZZINIANI
BREVE STORIA PER GLI AMICI CHE FURONO E SONO PACCIARDIANI
Post di Francesco Nucara
Mi sono iscritto al Pri nell’ottobre del 1963, giusto poco dopo che Pacciardi era stato espulso dal “suo” partito.
Ho vissuto la mia gioventù pensando che Pacciardi fosse un uomo di destra, un golpista.
Cosi il Pri in modo chiesastico intendeva oscurare un passato glorioso.
Pacciardi la resistenza al fascismo l’aveva praticata con le armi in pugno e non nei
centri studi.
Conoscevo Pacciardi “per sentito dire“ dalle chiacchierate con Stelio De Carolis che
era rimasto legato da affetto verso l’eroe della guerra di Spagna.
Lo conobbi personalmente quando chiese di rientrare nel Pri e ottenne la tessera,
dopo tante traversie.
Tuttavia la svolta della mia conoscenza del leone di Guadalajara avvenne quando a Reggio
Calabria, un vecchio pensionato repubblicano, quotidianamente nella sede del Partito, mi regalò
una edizione introvabile del libro “ Battaglione Garibaldi “.
Fu la svolta, da quel giorno lessi tutto il leggibile “sull’avvocaticchio di Grosseto “ come lo definì Mussolini.
Rivedetti il mio giudizio falsato da notizie ad arte fatte circolare nel Pri; erano notizie così
bene artefatte che al Congresso Repubblicano di Bologna che sancì la sconfitta e l’emarginazione
di Pacciardi, una parte dei delegati di Romagna abbandonò Pacciardi schierandosi con Ugo La Malfa.
Ho capito dopo tanto tempo i motivi per cui Ugo La Malfa ad ogni occasione pubblica elogiava Libero Gualtieri.
Me lo spiegò l’amico Stelio De Carolis.
Dopo aver letto “Battaglione Garibaldi” lessi tutto il leggibile su Pacciardi; dagli articoli su “Italia Libera”, ai libri
di Paolo Palma, allievo di Renzo De Felice, all’intervista di Giuseppe Loteta in cui Pacciardi racconta la
sua vita e un inedito, quale lo scontro fisico con Ugo La Malfa che lo accusava di “ governismo”, i libri editi
dalla Camera dei Deputati, Renato Traquandi, le raccolte con i suoi interventi durante l’esilio e al suo
ritorno in Patria.
Avevamo pensato che Pacciardi fosse destrorso e anticomunista.
E no ! Cari amici, amanti della verità; Pacciardi era solo un italiano, un italiano vero di fede mazziniana.
Litigò con la Mazzini Society a New York perché voleva formare una “Legione Italia” per tornare in Patria
e insieme alle armate alleate combattere il nazifascismo; in questa Legione avrebbe voluto anche i comunisti, poiché
pensava che gli italiani tutti dovevano contribuire a liberare il nostro Paese. Fu osteggiato dagli altri componenti
e il suo progetto fallì.
È giusto segnalare che non ebbe timore a mettersi contro i comunisti quando a Barcellona gli chiesero
di sparare sugli anarchici.
Breve scritto per significare che Pacciardi non era comunista ne’ anticomunista, non era fascista né democristiano.
ERA SOLO UN ITALIANO, UN ITALIANO VERO E, COME SCRIVE PAOLO PALMA, FU “L’ULTIMO DEI MAZZINIANI”.
Grazie al compianto Mauro Mita ho avuto modo di conoscere tanta aneddotica, ma chi sa tutto su Pacciardi è
Antonio De Martini, sarebbe bello se scrivesse su cose inedite.