LA CALABRIA REGIONE PIU’ POVERA D’ITALIA
IL QUADRO DRAMMATICO DEL SUD VISTO DALL’ISTAT
La Calabria non si schioda dall’ultimo posto tra le regioni italiane per ricchezza pro-capite.
Dal 2016 al 2018 nulla è cambiato.
I cittadini calabresi sono i più poveri d’Italia ed il loro reddito si attesta in media tra i 16 e i 17 mila euro l’anno, praticamente la metà dei cittadini di gran parte delle altre Regioni, mentre alcune come la Lombardia con 38,84 mila euro ed Emilia Romagna con 36,30 mila, sono oltre il doppio.
Per non parlare poi della Provincia autonoma di Bolzano che, con 47 mila euro, triplica il reddito dei calabresi.
Anche le altre regioni del Sud soffrono e superano i 20 mila euro soltanto l’Abruzzo con 25,6, la Basilicata con 21,9, il Molise con 20,65.
La Puglia e la Campania spesso considerate regioni ricche sono invece sotto i 20 mila euro di Pil per abitante.
Appena prima della Calabria si colloca la Sicilia.
In generale, mentre il Mezzogiorno è fermo al palo, le Regioni del Nord anche se di poco continuano a crescere.
Il Divario tra il Nord e il Sud del Paese diventa dunque sempre più pesante.
Di conseguenza le famiglie del Nord hanno una capacità di spesa (oltre 20 mila euro l’anno) di molto superiore a quelle del Mezzogiorno ( in media 13,7 mila euro).
In queste condizioni diventa sempre più difficile convincere i giovani calabresi e meridionali in genere a rimanere nei propri paesi per risollevare le sorti di quelle economie.
Certamente molto dipende dalle iniziative che le classi politiche meridionali riusciranno ad attivare in direzione dello sviluppo di quelle regioni, ma moltissimo dipenderà da quanta attenzione reale ci sarà da parte del governo nazionale che, ultimamente, pare abbia fatto dichiarazioni in tal senso.
Ci sono strumenti fondamentali che si possono attivare per mettere in moto un circolo virtuoso per favorire la crescita economica del Sud, ma tutto passa dalla realizzazione di determinate condizioni in grado di garantire la mobilità dei cittadini e delle merci che arrivano e si muovono in questo territorio.
Quindi particolare attenzione alle infrastrutture e ai sistemi di trasporto per accorciare i tempi di percorrenza ed agevolare l’arrivo di nuovi visitatori turistici ed economici.
Una nuova politica dell’accoglienza italiana ed estera per il ripopolamento delle decine di comuni abbandonati, attraverso vari incentivi economici, in grado di invertire il trend che da anni spinge i cittadini meridionali a spostarsi verso regioni più capaci di garantire una dignitosa esistenza di vita e nel contempo una prospettiva lavorativa per i propri figli.
Ci vuole pazienza ma soprattutto occorre avere a disposizione un determinato periodo di tempo.
Cinque anni non sono tanti, ma sicuramente sono abbastanza per porre le basi di un cambiamento reale delle condizioni economiche e culturali del Sud.
Da ieri, per la Calabria, decorre questo periodo di tempo.
Basta il tempo ?
No di certo !
Occorre una visione politica di grande respiro in grado di progettare lo sviluppo del territorio.
Per il bene dei calabresi ci auguriamo che il nuovo governo regionale abbia questa propensione e la capacità di svilupparla.