I CATTOLICI REPUBBLICANI

DI ANTONIO SURACI

Può essere un controsenso, ma non è così.

Siamo laici e progressisti e nel progressismo dobbiamo essere dei filosofi su tutto quello che nei secoli il repubblicanesimo ha dato alla nostra cultura.

Ho letto sui social che noi pensiamo a santificare Mazzini, Cattaneo, Pacciardi, La Malfa Ugo, Spadolini e quanti altri sono passati sotto i nostri occhi nel tempo.

Da laici non dovremmo nei nostri discorsi osannare gli uni e gli altri; è come se i repubblicani innalzassero nelle sezioni, parlo delle vecche sezioni che non ci sono più, le immagini di quanti nel tempo si sono affezionati al pensiero di Mazzini e quindi i nostri santi con delle statue per pregare alla nostra Italia.

Negli scritti sui social ho recepito, per chi non è un repubblicano, le immagini di Mazzini, ovvero un nostro santo a cui genuflettersi per la nostra politica.
Personalmente sono un cristiano, prima di Tessalonica, ma non un cattolico, e Mazzini è un filosofo attraverso il quale cerco di immedesimarmi nell’epoca che sto vivendo.

Non è solo Mazzini a far sì che io diventi un repubblicano, è una congiunzione di eventi nei secoli attraverso i quali Mazzini é arrivato ad una filosofia economica e politica che crediamo possa applicarsi al nostro futuro. Vi sono grandi scrittori greci, romani o medievali oltre a Rousseau e Montesquieu, senza parlare di Aristotele, Locke e tutto ciò che di repubblicano altri autori hanno scritto.

Ciascuno, nei loro libri, ha scritto di un parlamento (potere legislativo), altri nei loro pensieri di un governo e di pubblica amministrazione (potere esecutivo) e dei giudici in una funzione giurisdizionale (potere giudiziario). Da ciò Mazzini crea un pensiero filosofico che noi definiamo repubblicano ed in base al quale crediamo che il Paese possa essere ben governato da uomini giusti ed integri.

Mazzini è l’unico, ma non il solo, a vedere un’Italia non più sabauda ma repubblicana con una democrazia aperta a tutti i cittadini attraverso l’educazione, il lavoro e l’associazione.

Uscendo fuori dalle chiese repubblicane, si può dire che il pensiero mazziniano è oggi attuale, ma in una situazione politica ed economica diversa dalla fine del secolo XIX° e in parte del XX°.

Tutti e tre i principi del XVIII° secolo sono oggi annacquati.

Il primo, il Parlamento, è in difficoltà per gli uomini che ci sono.

Ma il problema di fondo è l’educazione, cioè la scuola.

Un comparto nel quale gli ex comunisti con la complicità della Democrazia Cristiana e degli stessi laici hanno creato nella democrazia una sorta di sbarramento che ha causato un forte freno ed un indubitabile passo indietro sul profilo culturale di una nazione che dovrebbe avere nelle proprie file giovani in grado di capire cosa sia una repubblica e cosa invece non lo è.

Il problema politico è declinato, come in gran parte delle società capitalistiche di oggi, al punto che in queste società vige il rendiconto delle ‘associazioni tra privati’ che sono diventate migliaia e la politica dei partiti oggi è fuori dalla programmazione democratica e progressista.

In questo ‘abbasar di livello’ si crea l’ingrato compito della legge di capire chi è un truffatore o chi più somiglia ai briganti dell’ottocento.

Verso queste associazioni tra privati, alcune finanziate dallo Stato, viene diretto l’interesse dei partiti per focalizzarli a fini elettorali. Nonostante ciò, nessuno degli attuali partiti  è in grado di far riemergere una nazione democratica e pluralista.

L’opera filosofica di Mazzini è molto più ampia rispetto ad una ‘greve’ società della monarchia.

Oggi un giovane non sa chi è Mazzini, pochi sanno di Garibaldi, nessuno sa perchè siamo una democrazia e ciò perchè nessuno studia più il latino o si occupa della cultura italiana.

Molti dicono che siamo una nazione moderna e quindi dobbiamo reclutare i giovani all’inglese, ma come il latino nessuno conosce nemmeno l’inglese, mentre tutti gli immigrati parlano inglese, molti sono anche laureati.

Siamo quindi per il nostro Parlamento ‘inglesizzato’ vedendo film con i titoli in inglese e con le reti della Rai che non parlano di politica estera mentre i giornali e le altre reti tv ci parlano dell’America come la nostra terra promessa.

Un Parlamento che non si occupa della scuola e con parlamentari che non sanno cosa sia la democrazia e quali siano le leggi da rispettare.

Era il compito di Mazzini?  Non credo !

Bisogna dunque essere seri: il principio fondamentale del patriottismo repubblicano è che vera patria è solo la libera repubblica in cui vivono solo cittadini liberi ed eguali. (Bobbio)

Anche Mazzini sottolinea che la vera patria è quella che assicura a tutti i cittadini non solo i diritti civili e politici, ma anche il diritto al lavoro e all’educazione. La patria è accanto ad altre patrie di ugual pregio. Quando siamo nella nostra casa dobbiamo assolvere i nostri obblighi in quanto cittadini; quando siamo in casa di altri dobbiamo assolvere i doveri verso l’umanità. La difesa della libertà è l’obbligo supremo di ognuno… Gli obblighi morali verso l’umanità vengono prima degli obblighi verso la patria. Prima di essere cittadini di una patria particolare, siamo esseri umani…

Nonostante le divergenze interpretative gli studiosi di storia del pensiero politico e di filosofia politica sono in larga maggioranza concordi nel riconoscere che il repubblicanesimo rappresenta un’autonoma e distinta tradizione di pensiero politico che ha svolto un ruolo di primo piano nella nascita e nella formazione delle moderne democrazie. (Bobbio)
Seguendo quanto scritto da Bobbio, dobbiamo, oggi, rappresentare la nostra filosofia, ovvero quella che i nostri amici di un tempo ci hanno lasciato, per ottimizzare il nostro pensiero verso una Patria che pensa di essere europea ma al proprio interno non sa cosa sia una democrazia repubblicana.

Il pensiero di Mazzini e di Cattaneo sono nella nostra filosofia politica: da questi dobbiamo assestarci alla futura epoca che nella odierna cultura è fuori da una democrazia che ci hanno insegnato e da questa dobbiamo rivedere alcuni dettati che ci avvicinino, senza santi, verso una repubblica democratica universale e fuori dalle logiche semi-politiche che in molti signori seguono per loro dettati senza essere repubblicani.
Che i repubblicani inizino dalle nostre leggi: dalla Costituzione alla riforma delle Regioni, dalla pubblica amministrazione ai sindacati, dalle imprese ai lavoratori, dalla scuola alla democrazia e via dicendo.

I repubblicani hanno questo compito senza seguire il PD o  quello che verrà, o la Lega.

Iniziamo a fare proposte credibili ai cittadini per un sistema che si applichi alla democrazia e non a fare il ‘peduncolo’ di una democrazia che non esiste!

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