NAZIONALIZZARE? LE CONSEGUENZE!!!
Post di Giuseppe Gambioli
È POSSIBILE CONTROLLARE SE STESSO?
Uno Stato di diritto ha bisogno di strutture autonome indipendenti e non a caso la Separazione dei poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario sono il presupposto cardine per una democrazia compiuta facente capo alla Costituzione.
Ma queste tre macro funzioni al suo interno hanno a sua volta bisogno di CONTRAPPESI e di un controllo tra settori specifici. Mi viene in mente ad esempio il sistema operativo di controllo che fa capo ai Carabinieri (a sua volta suddivisi in reparti speciali autonomi), alla Polizia stradale, alla Guardia di Finanza, al Corpo Forestale, ai Servizi segreti, alle varie polizie regionali, provinciali, comunali, ecc. Cosa accadrebbe se tutte queste forze dell’ordine fossero accorpate e messe tutte sotto ad un unica dirigenza? Avremmo una maggiore efficienza? Oppure si renderebbe
più difficile quel servizio di trasparenza fondamentale per avere una giustizia migliore al servizio dei cittadini? I privilegi che purtroppo oggi ci sono, anche grazie ad una giustizia lenta e inefficace, verrebbero meno o aumenterebbero? Ad esempio si ridurrebbe l’abusivismo edilizio, l’evasione fiscale, la criminalità organizzata, ecc?
Statalizzare, concentrare e semplificare potrebbe affascinare chi pensa di risolvere le questioni in quattro e quattr’otto e di questi tempi le promesse da marinaio ce n’è a iosa, dimenticandosi che una democrazia complessa vuol dire rispettare quelle esigenze di trasparenza e legalità che un popolo ha conquistato nei secoli.
C’è bisogno di uno STATO FORTE E GIUSTO che sia in grado di far rispettare le proprie leggi mentre in Italia abbiamo uno Stato che non è in grado nemmeno di riscuotere le tasse o fermare l’abusivismo edilizio al punto che ciclicamente ricorre a condoni dichiarando apertamente la propria sconfitta e inettitudine.
Abbiamo ancora uno Stato che non riesce a garantire una convivenza civile in diverse regioni del Sud in cui ancora vige la camorra, la mafia, la ndrangheta, la sacra corona unita. Per non parlare dell’incapacità di controllare i propri Servizi segreti, “servizi deviati” con presunti rapporti con la criminalità.
Se poi diamo uno sguardo alle infrastrutture viarie che oggi controlla direttamente lo Stato ( l’ANAS è famosa per i numerosi scandali nazionali di corruzione) si vedrà che l’inefficienza, compreso i disastri colposi per crolli e incidenti, è ben più elevata di quanto si registra con la gestione del privato.
Il problema quindi affinché non accadano fatti sconvolgenti come quelli di Genova non è tanto nazionalizzare ma attuare quel salto di qualità sull’efficienza dei controlli.
Ogni organo di controllo dovrà avere un ETICA INDISCUTIBILE senza alcuna dipendenza dalla politica e senza alcuna commistione con chi dovrà essere controllato. Ad esempio non è possibile che ispettori dello Stato abbiano incarichi professionali dal quel privato che devono controllare come è accaduto con Autostrade.
Tenuto conto che fatti come Genova non devono mai accadere lo Stato ha la possibilità di controllare, multare o revocare un contratto e, se malauguratamente accade un misfatto può richiedere i danni e far condannare chi non ha rispettato i patti.
Mentre ho forte perplessità che lo Stato si autodenunci e faccia pagare i danni ai funzionari che non hanno operato con professionalità. Dove sbaglia lo Stato c’è una tendenza a nascondere le responsabilità e manipolare la memoria al punto che la verità stenta ad emergere. L’Italia è costellata di scandali nazionali con grandi indagini, lunghi processi e poi nulla di fatto ma questa opacità si registra anche su fatti ordinari come ad esempio il caso Chucchi, in cerca della verità dal 2009 o le domande choc alle due studentesse che hanno accusato due carabinieri di stupro a Firenze.
La legge anticorruzione che diede vita all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) è stato un buon segnale, Cantone è un ottimo operatore ma ancora non sufficiente poiché gli scandali non sono diminuiti.
Certo privatizzare i servizi vuol dire avere una società più complessa ma anche più trasparente e più giusta perché il cittadino avrà la possibilità di apprezzare e distinguere il sevizio migliore e allora nascerà dal basso quella spinta a migliorare e ad avere uno Stato supergarante del cittadino.
In Italia ancora su questo aspetto siamo indietro, spesso si rimane nell’opacità ricorrendo a proroghe su proroghe e non a caso siamo stati multati dalla UE per non fare le gare pubbliche ma la direzione è quella giusta. Più privato, più controlli da parte dello Stato e non certo quella di tornare indietro nazionalizzando i servizi.